Da notare che questi dati sono previsioni formulate a luglio 2019, prima che si manifestasse il Coronavirus, che avrà sicuramente un impatto significativo (in negativo) sul PIL.
A costo di essere banale, voglio fare un viaggio nel tempo e tornare alle elementari, quando a tutti hanno insegnato le frazioni.
Spese pensioni/PIL è un rapporto.
Questo significa che se il PIL scende e la spesa per le pensioni rimane uguale, la % di PIL spesa per le pensioni sale.
Tradotto in modo ancora più chiaro, più la % spesa per le pensioni sale, meno c’è spazio per investimenti in infrastrutture, sviluppo e sanità.
Tutte quelle attività che potrebbero dare una mano all’Italia a tirarsi fuori dalla fossa che si sta scavando, o a gestire una pandemia in modo migliore (giusto per fare due esempi).
Prima di andare avanti, voglio anche far notare che, per la stessa ragione, non è necessario tagliare le pensioni per riportare questa quota sotto controllo.
Dato che questo è un rapporto, basta aumentare il denominatore (il PIL, e quindi le tasse incassate) e mantenere uguale il numeratore (la spesa per le pensioni) per ridurlo.
Un modo come un altro per far notare che tagliare le pensioni non è l’unica soluzione per riportare i conti in ordine.
Passiamo oltre e torniamo su fatti più rilevanti per un Risparmia(investi)tore.
Oggi si va in pensione sempre più tardi.
Qui cedo la parola alla Corte dei Conti.
“Dopo le misure di deroga, nel 2019 si osserva, in aggregato, una prosecuzione di tale processo: infatti l’età media ponderata cresce, nel settore privato, fino a 63,9 anni.
Più in dettaglio i dati della tavola indicano che per gli assicurati presso il Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’Inps l’età media, passata tra il 2011 e il 2018 da 58,6 a 60,7 anni nel caso delle pensioni di anzianità, è salita nel 2019 a 61,9 anni mentre nel caso delle pensioni di vecchiaia è salita a 66,7 anni dopo essere passata nel settennio precedente da 62,6 a 66,3 anni.”
In 7 anni, la possibilità di andare in pensione è stata spostata di 4 anni più in là.
E questo è il linea con la media OCSE dei principali paesi sviluppati.
Certo, ogni tanto ci potrebbero essere delle possibilità di andare in pensione prima, proprio come nel caso di quota 100, ma sperare che arrivino al momento giusto è un rischio troppo grosso da correre.
A conferma di come questo trend non accenni a fermarsi, sono arrivati i dati ISTAT il 13 luglio. La demografia negativa ci farà arrivare ad un punto in cui ci saranno troppi pensionati e troppo pochi lavoratori. |