Sebbene tutte le asset class abbiano rendimenti simili, le tre asset class internazionali mostrano una maggiore volatilità rispetto a quello americano.
Per completezza, tutti gli investimenti hanno picchi di alti e bassi drammatici (sono le code della distribuzione normale); tuttavia, un approccio a lungo termine agli investimenti può aiutare a ridurre il “dolore” della volatilità.
Secondo queste statistiche, quindi, chi ha investito in azioni statunitensi negli ultimi anni non ha sbagliato.
Tuttavia, del domani non v’è certezza, diceva Lorenzo dei Medici, già nel 1490.
Poiché è impossibile prevedere quali mercati saranno più performanti in un dato anno (e chiunque sostenga il contrario è un ciarlatano. Punto.), può essere molto utile essere investiti in un portafoglio diversificato in più Paesi.
L’anno scorso è stata una delle esperienze più estreme della storia moderna.
Ma né il mercato azionario né quello obbligazionario hanno dato importanza al lato umano.
Secondo una delle ultime ricerche di Barclays, né i rendimenti azionari né quelli obbligazionari dello scorso si presentano come veri valori anomali.
E lo stesso vale negli Stati Uniti. Sia le azioni che le obbligazioni hanno avuto un anno solido e positivo ben al di sopra della media.
Possiamo prenderlo come testimonianza della capacità del sistema finanziario di assimilare gli shock estremi momentanei, o come la prova dell’estremo effetto distorsivo della stampa di denaro da parte della Fed.
O possiamo considerare la somma di questi scenari, includendo la performance super positiva dei titoli tech (FAANG, in primis).
Ma il punto qual è?
Sono arrivato ad assistere, gestire ed acquisire la fiducia più di 400 tra persone, aziende e nuclei familiari nella mia professione.
Molti sono con me già dall’inizio, da quando ero praticamente un “bimbo”.
Ho pensato e scritto questa newsletter soprattutto per chi, tra nuovi e vecchi assistiti, avesse qualche remora.
Qual è il tema? Il rimpianto.
Abbiamo visto le statistiche e i dati sul perché da 20 anni è meglio investire sull’America, e ho risposto al perché la costruzione del portafoglio è esposto maggiormente lì.
Abbiamo visto però che non dobbiamo abbassare la guardia, gli USA non sono sempre stato il motore del Mondo e (probabilmente) non lo saranno più in futuro.
La cosa importante è non stare a guardare, non rimanere fuori. Non avere paura di far parte della grande Era di innovazioni e trasformazioni in cui stiamo vivendo.
La paura del rimpianto ci limita. Ci fa tentennare. Finiamo per rimanere al margine del mercato aspettando il “momento giusto”, che non ci faccia rimpiangere di aver investito.
Ma il momento magico non esiste! |