Stato di emergenza e finanze.

 

In questo periodo stiamo vivendo degli eventi che sembrano tratti da un romanzo distopico: virus, quarantene, libertà costituzionali ridotte.

Tutto questo ha già innescato una crisi sanitaria ed economica, che ben presto potrebbe trasformarsi in crisi politica. In questa lettera provo ad ipotizzare degli scenari, volutamente distopici, per capire insieme quanto la tua personale situazione finanziaria sia veramente sotto controllo.

IL PUNTO SULLA TUA FINANZA PERSONALE
Che cosa sta accadendo (e potrebbe accadere) in Italia e nel mondo

Stiamo vivendo una situazione in cui la strategia (corretta dal punto di vista sanitario) del “distanziamento sociale “ potrebbe diventare un serio problema di unità nazionale.

Siamo in Stato di emergenza. 

Ciò vuol dire che alcune parti della Costituzione sono sospese e alcune libertà fondamentali sono momentaneamente sospese (come l’articolo 16, libertà di movimento, e l’articolo 41, libertà economica, della costituzione).

In aggiunta, a causa del Coronavirus, dilagano paura e angoscia.

L’angoscia si sa, paralizza l’uomo perché rappresenta la paura senza nome, quella paura le cui cause e origini non sono immediatamente individuabili.

Ed è comprensibile essere angosciati in un momento storico come questo, che ha portato all’interruzione della vita economica e sociale in quasi tutto il mondo. Gran parte d’Europa è ferma, ovunque gli esercizi commerciali sono chiusi e i consumi al palo, fermi.

A mio modo di vedere il divario tra nazioni si amplierà dopo l’epidemia, i più forti saranno più forti e i più deboli saranno più deboli.

In Italia c’è un motto che è “Lo Stato c’è!”.

A me è venuta in mente una similitudine, non proprio allegra, quella con i regimi che hanno caratterizzato la prima metà del ‘900, dove il motto è sempre stato lo stesso.

Nello scenario peggiore in assoluto, che solitamente vado ad ipotizzare per prevenire (perché mia nonna mi diceva sempre che prevenire è meglio che curare), se questo periodo di quarantena dovesse andare oltre ed innescare una crisi economica di grandi dimensioni, è ragionevole aspettarsi una nuova ondata di antipolitica declinata in varie forme da Paese a Paese.

E in questo contesto la paura mostrerà i suoi effetti.

Nell’ipotesi peggiore, ma non irrealistica, si rischia una forte crisi economica e sociale che potrebbe portare a seri problemi…  Se ci pensi bene la nostra società è basata sul consumo e senza la possibilità di uscire non possiamo consumare, e senza il consumo non va avanti l’economia e senza l’economia reale non si va lontano; vista così sembra proprio che la nostra Società rischia di rimanere impantanate nelle sabbie mobili.

L’Italia si trova poi in una situazione particolarmente spiacevole.

Era già l’economia che cresceva di meno (ti ricordo che rasentavamo lo 0), con una classe media decimata da dieci anni di crisi (da noi una vera ripresa non c’è mai stata), disoccupazione elevata, debito pubblico esagerato e una politica debole e succube.

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, qualche giorno fa, ha commentato così il momento:

Con il decreto di chiusura, si pone una questione che dall’emergenza economica ci fa entrare nell’economia di guerra: il 70 per cento del tessuto produttivo italiano chiuderà; se il Pil è di 1800 miliardi all’anno vuol dire che produciamo 150 miliardi al mese e se chiudiamo il 70 per cento delle attività vuol dire che perdiamo 100 miliardi ogni 30 giorni.

Il governo pensa che la soluzione arriverà dall’Unione Europea.

Io analizzo i fatti per mia abitudine.
E a oggi ho visto che c’è stato un intervento di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, che chiede scusa e dice “siamo con voi“, ma nei fatti l’Unione Europea non ha fatto niente per salvare l’Italia ma neanche per salvare se stessa.

Facciamo il punto sulla tua personale situazione finanziaria

Tutto quello che ti ho precedentemente scritto deriva dalle mie letture sulle società distopiche, qualcosa che cerco di evitare… ma leggerlo mi fa esorcizzare la paura e mi fa capire quanto viviamo in un mondo bellissimo, complesso e meraviglioso.

Il motivo per cui ne ho parlato è quindi quello di metterti in guardia da ogni possibile rischio.

Non credo si possa arrivare all’instaurazione di una dittatura, né a una forte crisi globale, ma non do niente per certo.
Più realisticamente, invece, andremo incontro a una recessione che sarà direttamente proporzionale a quanti saranno i giorni di quarantena.

Questa situazione non possiamo controllarla.

Ricordi, ti ho sempre parlato del controllo, che il nostro dovere è di controllare il controllabile… quindi ora concentrati sulle aree di cui hai il pieno controllo (se non le ricordi vai a rileggere le precedenti lettere) e poniti queste domande:

  1. La tua personale situazione finanziaria è in ordine? Hai una riserva di denaro per le emergenze?

    Per le piccole emergenze (per le grandi, ti ricordo, ci sono le assicurazioni), ti consiglio di tenere in liquidità una somma che sia circa 6 mesi del tuo stipendio netto se sei un dipendente o 1 anno di guadagni netti se sei un libero professionista o autonomo insomma.

  1. Diversifica bene! 
    Hai nel tuo portafoglio investimenti beni rifugio?
    Hai attività decorrelate? (per decorrelazione si intende l’insieme di tutti gli strumenti finanziari che non seguono lo stesso trend e hanno, quindi, tra di loro performance differenti)
    Nel portafoglio hai tanti Titoli di Stato?
  1. Sei spaventato/a dalla recessione?

    La recessione è una fase dell’economia, una fase fisiologica e, sembra strano dirlo, un toccasana. Se ci sarà, questa non sarà la prima e nemmeno l’ultima. Quella che è avvenuta nel 2008 è l’esempio perfetto.
    Il Mondo (soprattutto quello finanziario) sembrava destinato a scomparire. Aziende che chiudevano e alto tasso di disoccupazione.
    Da lì è nato uno dei più grandi mercati rialzisti della storia, per comodità ti allego il grafico che hai già visto due lettere fa.

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