I settori analizzati da Buffett.

Nei precedenti articoli abbiamo capito chi è Warren Buffett, come ragiona e ad esplorare il portafoglio investimenti con la sua società, la Berkshire Hathaway.

Abbiamo visto che i tre settori più rilevanti sono il settore finanziario, quello tecnologico e quello dei beni di consumo essenziali.

Ora analizziamo gli ultimi settori, i quali sebbene rappresentano una parte minoritaria del suo portafoglio, hanno subito recenti cambiamenti che meritano di essere osservati.

Perchè quello che è “un piccolo passo per Buffett, potrebbe rivelarsi essere un grande passo per un investitore medio”.
Buffett ha “piccole” partecipazioni nei settori dei trasporti (4,21%), delle telecomunicazioni, dei beni non di prima necessità, della sanità e dell’energia (0,54%).

Cominciamo quindi dal settore trasporti.

Nel settore dei trasporti Buffett si è lanciato sulle compagnie aeree (Delta Air Lines, Southwest Airlines, United Airlines Group e American Airlines Group), ad eccezione dell’investimento in UPS (società americana di trasporto pacchi e spedizioni internazionali).

Questa tendenza è cominciata nel 2016, periodo nel quale il prezzo del petrolio era affondato toccando un minimo a 26 dollari al barile, per poi risalire fino a fine anno e chiudere a 49 dollari al barile.
Essendo il costo del carburante il più grosso onere che una compagnia aerea deve sostenere, questo affondo dei prezzi rese il settore molto appetibile.
A suo svantaggio però c’è il fatto che si tratta di un’industria che necessita di elevati capitali e registra normalmente bassi margini di profitto.

Insomma, si tratta di un vero “polmone”, ossia una società/settore che non corre neanche a prenderlo a calci.

Oggi ci troviamo in una situazione addirittura “peggiore” al 2016. Il prezzo del petrolio è sceso fino a toccare i 17,31 dollari al barile.

Una discesa vertiginosa avvenuto in parallelo con un crollo aggressivo degli indici azionari in generale, portandosi giù anche le azioni delle compagnie aeree.

Tra tutte le compagnie aeree, l’investimento più grande è quello su Delta Airlines, decima in classifica sul totale del portafoglio, contando per l’1,71% del portafoglio totale.
A fine febbraio, Buffett ha aggiunto ai 4,1 miliardi di dollari investiti altri 45,3 milioni di dollari, arrivando a detenere più dell’11% di Delta Airlines.

Il recente andamento di tutte le compagnie aeree in portafoglio (e non solo) è stato caratterizzato da un crollo ancor più profondo rispetto all’S&P 500 (l’indice azionario americano di riferimento).

I prezzi delle loro azioni sono diventati ancor più allettanti e, visto il rinnovato interesse di Buffett per il settore, questo potrebbe diventare il protagonista della sua filosofia che recita “diventare avidi quando c’è il panico, diventare timorosi quando c’è avidità”.

Il settore dei beni “accessori (cioè non di prima necessità), nonostante rappresenti meno del 2% del portafoglio, è stato piuttosto movimentato durante il 2019.
Nel 2019 sono entrate in portafoglio Amazon ed RH (società americana di arredamento di lusso). Inoltre, è stata incrementata la posizione su General Motors.

Amazon non ha bisogno di presentazioni e nel primo trimestre 2019 è ufficialmente entrata nel portafoglio della Berkshire, che ne ha acquistato 537 mila azioni per un controvalore di circa 1 miliardo di dollari.

E, notizia curiosa, non si tratta di un acquisto su iniziativa di Buffett, il quale ha solo dato la sua approvazione alla decisione presa da uno dei suo manager, Todd Combs o Ted Weschler (probabili futuri successori di Buffett).

Buffett ha dichiarato di essersi pentito per non aver comprato Amazon prima, in quanto si tratta di un’azienda in possesso di diversi requisiti che Buffett cerca in un investimento (brand affermato, forte posizione nel settore, redditività da capitale di circa il 22%, investimenti che l’azienda fa su business ad alta crescita e con alti margini).
In aggiunta, Amazon si sta costruendo una forte posizione anche nel settore della pubblicità digitale, quasi naturale estensione degli altri suoi business

Il settore sanitario non è mai stato al centro dell’attenzione di Buffett, che non ha mai voluto impegnarsi nel rimanere aggiornato sui dati clinici o nel comprendere le complessità che stanno dietro al business sanitario.

Oltre alle 3 aziende in portafoglio già da qualche tempo (DaVita, Teva Pharmaceutical Industries e Johnson & Johnson), nel 2019 è entrata Biogen.

Biogen è una multinazionale di biotecnologia famosa per le sue medicine contro la sclerosi multipla, in particolare il medicinale Tecfidera.
Però, è probabile che quello che ha veramente attirato l’attenzione di Buffett sia stato il medicinale sperimentale “Aducanumab” per il trattamento dell’Alzheimer.
Ad ottobre 2019, Biogen ha sottoposto il nuovo farmaco alla FDA (Food and Drug Administration), rimanendo in attesa dell’approvazione per la commercializzazione del farmaco.

Da ottobre l’azione dell’azienda è passata da circa 220 dollari fino a toccare come massimi i 341dollari, prima del periodo turbolento dell’azionario.

L’ultimo settore di cui parlo è quello energetico.

Normalmente Buffett preferisce investire in aziende o settori che beneficiano degli alti o bassi prezzi del petrolio (abbiamo visto ad esempio le compagnie aeree), piuttosto che comprare le aziende direttamente coinvolte con i processi di estrazione/produzione.

Sebbene sia tra i settori meno rilevanti all’interno del portafoglio Berkshire, ne parlo perchè è stato oggetto di modifiche nel corso del 2019 e perché il petrolio è uno degli asset che sono “osservati speciali” in questo pazzo periodo di mercato.

Attualmente, Buffett possiede quote in 3 società (Occidental Petroleum, Suncor Energy e Phillips 66) per un totale di 1,3 miliardi di dollari.
Nel corso del 2019, Buffett ha comprato e poi incrementato la propria posizione in Occidental Petroleum (una delle più grandi aziende del Texas nella produzione ed esplorazione di petrolio e gas), arrivando ad un investimento di oltre 780 milioni di dollari.

L’incremento di questa nuova posizione è andato di pari passo con la vendita del 95% del suo investimento su Phillips 66 (gigante americano nella produzione di petrolio e gas naturale).

Verso la fine dell’anno, Buffett ha anche incrementato la propria posizione in Suncor Energy, la più grande azienda integrata canadese nel settore petrolifero e gas (integrata perchè si occupa di tutte le fasi dall’estrazione, alla raffinazione, alla distribuzione).

In sintesi, questi nuovi acquisti nel corso del 2019 rappresentano una scommessa di Buffett sul fatto che i prezzi del petrolio saliranno nel lungo termine.
Oggi più di ieri, visto il crollo verticale subito dal petrolio.

Sarà interessante verificare il prossimo report, dove potremo avere conferma o smentita della convinzione del buon Warren sul settore.

Ultimo, anche in ordine di rilevanza (si parla di “solo” 25 milioni di dollari), l’investimento in due fondi che replicano l’indice S&P 500 (indice azionario formato dalle 500 aziende statunitensi con maggiore capitalizzazione).

Da una parte necessario perchè negli ultimi mesi Berkshire ha sviluppato un “problema” di liquidità (te ne ho parlato nella scorsa lettera) e dall’altra perché ha fatto sempre più fatica a trovare delle opportunità d’investimento allettanti.

Con questa Lettera si conclude la saga in 3 capitoli su Buffett e la sua Berkshire.

Ah… Warren non ha investimenti in titoli di debito (obbligazioni)!

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