Perché è necessario che ti occupi della tua Situazione Finanziaria? pt.3

Oggi, come promesso, parliamo di obbligazioni. Di quel lato che tutti i risparmiatori italiani ritengono “sicuro”.

Parliamo dei rendimenti ai minimi e dell’effetto delle misure ultra-espansive delle Banche Centrali.

Niente è impossibile. Soprattutto per i mercati.

In questo decennio, molte obbligazioni hanno fatto qualcosa che ogni economista del mondo, dallo studente del primo anno ai premi Nobel, 50 anni fa credevano fosse impossibile.

I rendimenti sottozero.

Piccola premessa per capire meglio.

Come funzionano i Titoli di Stato?
Lo Stato ha bisogno di denaro, per finanziare le sue spese (sanità, strade, scuola, sicurezza e così via) che non sono tutte coperte dalle tasse e imposte che paghiamo.

Lo Stato chiede quindi in prestito dei soldi. E lo fa emettendo delle obbligazioni, chiamate appunto Titoli di Stato.

Il risparmiatore presta i suoi soldi risparmiati allo Stato, che in cambio:
1. gli promette la restituzione dei soldi ad una certa data.
2. gli promette il pagamento di un premio periodico, come ricompensa per avergli prestato denaro.

Perché uno Stato ha un rendimento maggiore?
Chiaramente per distinguere uno più “sicuro” da uno meno sicuro.

  • Oggi, un Titolo di Stato tedesco (tra i Paesi più sicuri del Mondo) ha un rendimento del -0,613%.
  • L’Italia, invece, che non brilla, ha un rendimento dello 0,55%.

Questa è la base per capire perché un Titolo di Stato rende di più o di meno (c’è anche spiegato il concetto di Spread in mezzo; chiaramente ci sarebbero da fare delle eccezioni che renderebbero tutto più complicato, a noi basta così).

Ritorniamo al concetto di prima “niente è impossibile nel mondo della finanza”.

Guarda questo grafico, che rappresenta i rendimenti dei Titoli di Stato per ogni scadenza, dai 6 mesi a 50 anni.

In linea generale, si può dire che si riesce a capire cosa farà l’Economia di un Paese da qui a 6 mesi, quindi il rendimento è minore rispetto al rendimento di un Titolo di Stato a 50 anni, dove invece la stima è molto difficile.

Prima di continuare vorrei fermarmi a fare un passaggio.

Come vedi nel grafico (non è completamente aggiornato) i rendimenti delle obbligazioni irlandesi a 5 anni sono negativi e ora anche i rendimenti a 10 anni lo sono: -0,314%!
Ma nel 2011 i rendimenti erano superiori al 17% e considerati in default per certo.

Come anche Spagna e Portogallo, che ora hanno i rendimenti a 5 anni negativi.

Il rendimento delle obbligazioni a 50 anni in Svizzera è negativo, così come quello delle obbligazioni a 30 anni in Germania e a 10 anni in Finlandia.

Se 15 anni fa qualcuno avesse detto che avremmo avuto rendimenti negativi in gran parte del mondo sviluppato, sarebbe stato deriso.

Niente di tutto questo era previsto o prevedibile.
Eppure, eccoci qui.

Cosa faranno domani i mercati o i tassi e quali saranno le conseguenze a lungo termine delle politiche delle banche centrali?
Nessuno lo sa e nessuno può avere l’arroganza di saperlo.

Nell’ultima conferenza di Buffett agli investitori una delle cose che ha colpito forse di più è stata la sua forza di rispondere “non lo so” ad alcune domande.

Come pensi che andrà il mercato? Non lo so.
Come pensi che si muoveranno i tassi di interesse? Non lo so.
A quanto pensi che andrà il prezzo del petrolio? Non lo so.

Le domande da porsi sono:

  • Sei pronto a qualsiasi scenario?
  • Hai preparato la strategia corretta?
  • Hai analizzato il patrimonio, quanto puoi risparmiare e quanto puoi spendere?
  • Ti sei coperto dai rischi? Hai fatto un’assicurazione se il reddito è uno solo e siete in 5 in famiglia?
  • Sai come raggiungere l’obiettivo pensione? E quello per mandare a scuola i tuoi figli?

Anche una risposta negativa può essere dannosa.

Un altro approfondimento da fare è capire: cos’è un rendimento obbligazionario negativo?
Andiamo per gradi. In primis, gli investitori comprano obbligazioni e in cambio ricevono un tasso di interesse, chiamato cedola, per aver fatto da creditore.

Come abbiamo visto dalla tabella di prima, ogni obbligazione ha una data di scadenza, che è il momento in cui l’investitore riceve l’intero rimborso del capitale inizialmente investito.

Un rendimento obbligazionario negativo si verifica quando un investitore riceve meno denaro alla scadenza rispetto al prezzo di acquisto originale dell’obbligazione.

Un rendimento obbligazionario negativo è una situazione insolita in cui chi emette le obbligazioni viene pagato per prendere in prestito soldi.

Paradossale, ma è la realtà.

Tipicamente, un investitore potrebbe acquistare un’obbligazione a 95 dollari, per esempio, e ricevere il valore nominale di 100 dollari alla scadenza.

In altre parole, l’investitore avrebbe acquistato l’obbligazione a un prezzo scontato (95 dollari) rispetto al valore nominale (100 dollari).

Le obbligazioni a rendimento negativo, invece, fanno si che un investitore riceva indietro meno alla scadenza.
Il che significa che un investitore avrebbe potuto pagare 102 dollari per l’obbligazione e ricevere indietro 100 dollari alla scadenza.

Ritornando al nostro discorso; il Covid-19 ha finito per contagiare anche le Banche Centrali, contribuendo a spargere fra di loro il «virus» dei tassi negativi.

In realtà, la tendenza era già iniziata molto tempo fa, ben prima del 2020.
Questa politica ultra-espansiva è una conseguenza della crisi del 2008.

La pandemia ha esasperato le misure di sostegno delle politiche monetarie, come dimostrano anche i bilanci lievitati a dismisura di Fed, Bce, e degli istituti centrali di Giappone e Cina che messi insieme valgono ormai 27.200 miliardi di dollari.

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